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2° Convegno Nazionale AIOP Giovani, Ischia 2005
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2° Convegno Nazionale AIOP Giovani, Ischia 2005

ISCHIA, 19 MAGGIO 2005

L’Uomo deve essere il fulcro attorno al quale ruota l’intera organizzazione sanitaria. Questo concetto si estende sia all’Uomo/paziente sia all’Uomo/operatore, entrambi soggetti portatori di interessi, bisogni, ed aspettative. Per massimizzare la qualità della vita del paziente è necessario governare gli aspetti clinico, ambientale, e relazionale. Gli Ospedali Privati oggi possono vantare tecnologie di ultima generazione e professionisti di prima qualità; devono essere in grado di garantire il più alto livello possibile di comfort ambientale, e governare la comunicazione a tutti i livelli per creare uno stabile clima di fiducia. Il sempre maggiore ricorso a guaritori, santoni, e ciarlatani ci conferma che il paziente ha bisogno di essere ascoltato, compreso, e accompagnato attraverso la malattia. Questo concetto era chiarissimo a Voltaire che scriveva: ”L'arte della medicina consiste nel tenere allegro il paziente mentre la natura opera la guarigione”. Oggi la sempre più spinta specializzazione, e le sempre più ampie capacità diagnostiche, consentono alla medicina di ricoprire un ruolo ben più elevato, tuttavia una visone troppo meccanicistica può portare il medico e la struttura sanitaria a concentrarsi esclusivamente sulla malattia perdendo di vista il malato.

Sono queste le premesse che hanno spinto la Consulta Nazionale AIOP Giovani a promuovere una riflessione, sul tema della Centralità dell’Uomo nell’assistenza sanitaria, in occasione del suo secondo convegno annuale.

Le tesi emerse durante lo svolgimento dei lavori sono andate nella direzione di stimolare le strutture ed i medici a ricostruire quel profondo legame che esisteva con il malato, quando la componente tecnologica era decisamente marginale. Il prof. Campanacci per descrivere ai suoi allievi questa tendenza utilizzava l’esempio dell’auscultazione cardiaca. Suo padre per auscultare il cuore doveva appoggiare la testa sul petto del paziente, lui utilizzava una trombetta rigida, mentre suo figlio il fonendoscopio. Certamente ad una maggiore precisione diagnostica è corrisposto un progressivo allontanamento dal malato.


Questa riflessione non vuole essere una critica, essendo evidente l’impegno che quotidianamente viene profuso all’interno delle strutture dalla maggior parte degli operatori, bensì riteniamo utile stimolare un approfondimento comune sulle aree di miglioramento che possono portare l’Ospedalità privata a vincere le prossime sfide. Le nostre strutture in quanto ad attenzione totale nei confronti del paziente possono vantare una notevole esperienza e si candidano ad essere di stimolo per il miglioramento complessivo dell’intero Servizio Sanitario Nazionale. Nel prossimo futuro tutte le strutture sanitarie dovranno essere progettate allestite ed organizzate per consentire al paziente e agli operatori di vivere in un ambiente piacevole, rassicurante e tecnologicamente all’avanguardia dove ogni dettaglio è studiato per garantire qualcosa di più della sola salute, il benessere.
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